sabato 26 dicembre 2015

nell'armadio della Mamma...

era tempo che lo facessi questo lavoro sempre rimandato...che sfortuna per una Mamma avere solo due figli maschi che oltretutto non si sposano! lenzula, tovaglie e tovaglioli ricamati a mano, ....in una scatola la sua "scufia", il copricapo di quando era priora ed il grembiule del suo costume (il resto sparito nell'incendio), parecchi foulards e "quefes", un piccolo centrino ricamato a mano dalla sua madrina datato 1902,ma anche dei berrettini di quando ero piccolo, il nastrino di una cresima (non so se mia o quella di mio fratello), il cappello e gli alamari da carabiniere di tutti e due noi figli, le quattro coccarde di quando ho fatto il priore, le mie tre "majes dou bord" di bimbo piccolo, ragazzino e uomo...e un solo bordo gia' tutto riccamato che sicuramente sarebbe stato destinato alla "maj dou bord" di mio fratello,  che non ha mai avuto il tempo di finire.......
forse aveva messo da parte tutte queste cose per farci il "corredo" per il grande giorno, o forse semplicemente anche lei avrebbe voluto e sognava una vita un po' piu' normale....
....non ho ancora aperto le borse, piene di carte e documenti....lo faro'!





venerdì 25 dicembre 2015

un Natale...

un Natale non Natale, come tanti altri, anzi meno Natale degli altri...e non solo perche' non c'e' la neve. tante altre volte ho passato il Natale senza neve e gia' quando ero bambino sentivo dire ai vecchi del paese NON E' PIU' IL NATALE DI UNA VOLTA, NON NEVICA PIU'.
un Natale senza amore, senza dolcezza, nemmeno quella dei cioccolatini di cui mi abbuffavo in questi giorni. un Natale di rimpianti, senza presepe, senza albero, pochi addobbi, proprio solo l'inutile essenziale.
non e' Natale se non e' Famiglia...e per me non lo e' mai stato e non lo sara' mai piu'!....
immagino il ritrovarsi delle famiglie normali in questi giorni, il pranzo tutti insieme, i doni, le chiacchiere, la felicita' dei bimbi...e soprattutto il calore, quel calore che soltanto un vero Natale puo' portare....immagino...immagino!

mercoledì 23 dicembre 2015

quel bimbo

guardo la foto di quel bimbo, un bimbo mingherlino, sempre vestito per bene, biondo, con un sorriso - quando sorride - con le fossette...chi sa cosa pensava quel bambino? vorrei tornare nella sua testa, sicuramente aveva dei sogni...ma quali? non era ancora tempo di preti, ne' bambole, ne' canzoni...vorrei tornare ad avere il piacere della scoperta...gia' le scoperte di allora: le vecchie stampe religiose e dei reali nel solaio, i servizi di bicchieri in disuso che di tanto in tanto andavo a prendere per lavarli e rimetterli poi al loro posto, la scatola con le fotografie ingiallite, i racconti della nonna...forse bastava poco a quel bimbo per essere felice: un dolce, una favola, un complimento, una carezza....come era facile la felicita'!....mi sforzo, ma proprio non riesco ad immaginare e ricordare i miei pensieri di allora....ma ci devo riuscire; voglio tornare  quel bambino...e non soltanto adesso che e' Natale!


domenica 6 dicembre 2015

MAGNA NETA E BARBA MINI

zio Domenico  e zia Anna, marito e moglie. lui fratello di Nena, lei madrina di mia madre (infatti la chiamava MAREINA). sono proprio loro i protagonisti di un racconto di Massimo Ottolenghi, racconto che da' il titolo al libro stesso: IL PAESE DEL DARVINDUNQUE....gia', "darvindunque", questa strana parola che la zia si era inventata e che infilava a sproposito in ogni discorso (in realta' mia madre diceva che la parola era un'altra, ma non ricordava quale). si sono voluti tanto bene Domenico ed Anna, erano sempre insieme....forse per questo mia madre quando lesse il racconto ci rimase un po' male, perche' nel racconto si parla anche di qualche sberla e tra due che si vogliono bene sberle non ce ne devono essere ed io a dirle "ma dai mamma e' solo un racconto!"....comunque...

"il suo nome in paese ormai lo conoscevano solo piu' in pochi, lo usavano raramente. solo qualcuno lo ricordava ancora quando si rivolgeva a lei direttamente, per riguardo, se non altro, a suo marito.
Mini d'la luce, oltre ad essere un bell'uomo, era l'uomo piu' importante e indispensabile. era stato lui a portare la prima lampadina in paese, a mostrarla in giro a chi poteva, per poi costruire la centralina giu' al salto e collegare tutti quei fili tirati alla buona tra alberi e pali, sino alle case piu' importanti. meraviglie imparate in due guerre...sempre accompagnato dalla moglie, la lasciava fuori con l'ombrello, per discrezione o forse per prudenza...era un vero signore. quando gli scappava un'imprecazione, la pronunciava compunto e sempre a mezza voce. anche le sberle che allungava alla moglie erano sempre contenute...quasi una carezza fulminea, un intervento terapeutico...una cura dovuta, necessaria per il suo bene, per tentare di aiutarla a vincere quel suo tic...era piu' forte di lei, di ogni suo sforzo. quella maledetta parola non riusciva a fermarla, ne' a trattenerla...parola dal potere magico quel DARVINDUNQUE, che, pronunciata lentamente, le riempiva la bocca e le scioglieva l'anima. parola in cui lei non conosceva il significato e che proprio per quel motivo l'aveva affascinata. parola ostrogota, che aveva un suo mistero, come quelle che dice il prete per avvicinare Dio....."

Maria

"chi sono questi due NENA?...e lei "sono mia sorella Maria e il marito, ma tu non l'hai conosciuta, perche' e' morta molto giovane, e' morta di parto"... gia' Magna Maria, la sorella piu' giovane di mia nonna...quante volte mi ha raccontato la mia Nena di questo terribile lutto...per lei - sorella maggiore in una famiglia di sei figli, il padre e senza piu' la mamma - Maria non era stata solo una sorella, ma quasi una figlia!....morta di parto, gia', perche' allora si poteva morire anche cosi'!...e mi raccontava la mia nonna di quanto le fosse dispiaciuto che fosse stata seppellita non con i suoi morti, ma con quelli del marito....e poi la figlia, la figlia per la quale Maria era morta, che non le avevano permesso di considerare sua nipote....

sabato 5 dicembre 2015

il partigiano e la priora


c'era una volta un giovane, forse un po' scapestrato...apparteneva ad una famiglia relativamente benestante per quei tempi, una famiglia di commercianti...
c'era una volta una ragazza, bionda come una tedesca...apparteneva ad una famiglia di umili contadini (si direbbe oggi coltivatori diretti)...
c'era una volta.......