mercoledì 31 marzo 2010

... e adesso e' sera

ci sono momenti quando a vincere e' la rassegnazione. allora tutto mi sembra perso, già vissuto, irrecuperabile... forse e' quasi meglio la disperazione, che vuol magari dire toccare sì il fondo, ma li' poi trovare quella molla che ti da' la spinta per rimbalzare!
con la rassegnazione invece non rimbalzi... rimani lì e ti chiedi "ma che fine hanno fatto i tuoi sogni, le tue speranze, le promesse che la vita ti aveva fatto?"
abbastanza bene il mattino; un nuovo giorno, nuova luce, malgrado tutto comunque l'aspettativa che qualcosa succeda... ma cosa?
...e poi arriva la sera, i pensieri, la tristezza, la solitudine, l'inutilità, la consapevolezza che...

... e adesso e' sera!

domenica 28 marzo 2010

dormire... sognare



... o sul duro o sul morbido l'importante e' dormire, magari sognare...

luna piena

C'e' una bella luna piena
in cielo questa sera,
talmente tonda e luminosa
che sembra un volto paffuto che sorride.
Ma cosa avrà poi da sorridere?
Un aereo fa zig-zag tra le stelle.
Chi sa dove andrà?
Unirà qualcuno
e qualcun'altro avrà diviso...
La voce dell'acqua nella fontana
e' l'unico rumore...
Eppure io sento
i miei pensieri che gridano!

sabato 27 marzo 2010

nena e nonou


che bella quella vecchia foto in bianco e nero! senz'altro e' un giorno di festa, perché tutti e due sono vestiti bene, con l'abito della domenica. a sinistra il nonno, sempre elegante, bel portamento (non ricordo di averlo mai visto uscire senza giacca). qui indossa un abito direi sul grigio chiaro con l'immancabile corpetto in tinta e l'altrettanto immancabile cappello nero col giro di nastro. a destra la nonna; figura asciutta, vestito scuro stretto in vita da una cintola, capelli ordinatamente raccolti nel solito chignon. sono davanti al "boueidot", sotto forse ad un alto pero, il cui tronco pendente li divide. direi che e' una bella giornata di inizio estate, con tanto verde attorno e un caldo sole. la foto e' piccola e non riesco a capire se sorridono, ma vedo comunque in quei volti tanta serenità, quella serenità che solo chi ha provato la miseria e le ristrettezze della vita -riuscendo poi comunque a venirne fuori - può avere e di conseguenza a dare. forse e' tarda mattinata e la nonna ha già preparato quello che sarà il pranzo del giorno: dei buoni grandi agnolotti fatti con le sue mani, una gustosa e profumata peperonata e - lusso della domenica - anche un pezzo di carne.

che belle le domeniche di un tempo, quando la festa era veramente festa, quando era normale ringraziare Iddio per la salute, per il cibo e per un altro giorno di sole!

i merda munta scagn

come detesto quelli che fanno i difficili, che danno troppo peso alle apparenze, che quasi si scandalizzano per un nonnulla (e quanti ce ne sono!); in poche parole, come detesto i "merda munta scagn"!... ma che si guardino attorno, che imparino a vivere, che scendano un po' da quel piedistallo sul quale la sorte per ora li ha messi! sappiano che la sorte stessa a volte cambia strada all'improvviso! ...e se cominciassimo a ridimensionare e a ridimensionarci tutti un po? (tutti a guadagnare un po' di meno, tutti a sprecare un po' di meno, tutti a pensare un po' di piu', ecc.ecc.)

risveglio



quasi un'ombra di verde, ancora chiazzato qua e la' da qualche traccia di neve. pratoline, primule, crockus... la natura si risveglia...

domenica 21 marzo 2010

la piazza di un tempo

Salendo, a sinistra - subito prima dell'imbocco della piazza - c'era il negozio di Ricou. Era una panetteria. Il locale era piccolissimo, un triangolo di pochi metri quadrati. Subito sopra, qualche metro piu' avanti, dove gia'si allargava la piazza, sempre sullo stesso lato, dopo l'incrocio col vicolo che porta al Prussello Sotto, ecco la pompa di benzina e poi, rientrando leggermente, la tabaccheria di Bounin...
Poi un muro a strapiombo che dava su orti non piu' colvitati dove razzolavano galline; in uno di questi era cresciuto un alto ippocastano che d'estate ombreggiava piacevolmente quella parte di piazza e in autunno regalava i suoi frutti - quelle belle e lucide castagne d'India - che tanto sembravano a delle enormi biglie.
... Ed ecco la canonica, la casa del prete. Di fronte, sull'altro lato della piazza, la chiesa, l'alto campanile, la scalinata, subito prima fiancheggiati dalla strada per il Grand Hotel e il Pian del Tetto.
Proseguendo sul versante destro si incontrava l'altra panetteria, quella di Mariota (allora c'erano due forni, due panetterie... ora il pane viene importato... ah quel buon profumo di pane appena sfornato!).
Attaccato a Mariota il bar ristorante Maronero, che ancora esiste (anche se con un' altra gestione), con i suoi balconi di gerani fioriti in estate ed il sorriso di 'Norina (grande amica di mia madre) tutto l'anno.
Seguiva poi il "bazar" di Giari, un negozio dove ci trovavi in po' di tutto: ferramenta, scarpe, giocattoli, cianfrusaglie varie. Si trovava al piano terreno di quello che un tempo era stato uno dei primi hotel del paese, l'albergo Bruneri.
Dopo l'incrocio col vicolo Lombarda, la piazza si stringeva e terminava su quel lato - ancora nelle vecchie case poi rifatte negli anni 60 - con la latteria di Menica (ora rimpiazzata dallo sportello Unicredito - per alcuni anni aperto due giorni la settimana, ora definitivamente chiuso - dove e' sistemato un bancomat che non funziona quasi mai... ma pare che Unicredito non abbia nessun interesse a mantenere i rapporti con la gente del posto, in barba alle parole tanto in voga ma evidentemente prive di significato che suonano come "etica" e "banca del territorio" e che pure cosi spesso vengono pronunciate dai vertici della banca stessa), la macelleria di Mario (che ancora c'e', rifatta e gestita dal figlio) e con l'albergo Moderno.
Tornando sulla parte sinistra, invece - subito dopo la canonica - di nuovo un muro a strapiombo che dava sull'orto del prete, muro interrotto dalla fontana, che zampillava e ancora zampilla la sua acqua fresca in una piccola vasca che serve anche da abbeveratoio per le mandrie di passaggio nei periodi di transumanza (qui troneggiava anche un vecchio ed alto pino - anche adibito a palo per la "frasca'" di ferragosto - che ora non c'e' piu').
Il muro finiva e sboccava in una seconda piazzetta attigua dove c'erano (ed e'ancora cosi') la farmacia, il municipio e al piano superiore, lo studio e l'abitazione del medico.
... Ed ecco la scuola, anzi... Al pian terreno su un lato il telefono pubblico e la biblioteca, sull'altro l'ufficio postale (allora aperto tutti i giorni, ora solo tre giorni la settimana); al primo piano -appunto- la scuola (una grande stanza per la "pluriclasse") e l'abitazione della maestra, all'ultimo piano quella del messo e della bidella.
Dietro la scuola una casa dove al pian terreno, per alcuni anni in estate, apriva bottega un verduriere (Re)... Seguiva poi la villa dei Broglia/Bruneri e in fine l'albergo di Michel d'Moulot (oggi il piu' anziano del paese con i suoi quasi cento anni), l'albergo La Bessanese. Michele era (anzi e') un ottimo cuoco e pasticcere ed adibiva la sua prima vetrina ad esposizione della sua arte... Quante tentazioni! Quante volte la mia Nena e' venuta qui a comprarmi quelle buone bignole!!!
... Poi la discesa e la strada proseguiva dritta per il Villar, oppure il curvone sulla destra, dove la strada principale portava a Balme...

giacinti

sono andato fin la'... a Titi piacevano molto i giacinti. le ho portato un vasetto e - per non fare torti - ho fatto la stessa cosa per la tomba dei nonni (oltretutto e' appena passato il compleanno di Nena)... e mentre ero la' ho girato un po'... ho guardato fotografie e date, ho fatto differenze... e mi sono accorto che molte di quelle persone alla mia eta' gia' se ne erano andate...
Bounin, del quale ho scritto recentemente, e' uno di questi...
e poi Gnasiet - ad esempio - il buon Gnasiet, il fungaiolo, il gigante buono...
... forse perche' allora ero giovane io, ma mi sembravano tutti vecchi!
... Luca, invece, aveva la mia eta', ma a 22 anni decise di farla finita!...

sabato 20 marzo 2010

Madama

la Madama e' qui che gira, e' nei dintorni... e questa volta non si e' nemmeno fatta annunciare dal gufo o la civetta... Blacky, il cane del mio vicino, sta morendo... e' un vecchio cane nero (anzi una cagnetta), buono, pacifico, amico del mio lupo bianco e -prima ancora -del suo predecessore...
ed il mio cane deve averlo capito... se non e' con me e' la', davanti a quella casa, quasi in attesa di notizie.
che Dio abbia pieta' anche di quella creatura!

... ricordo gli occhi del mio precedente lupo bianco la sera prima della sua morte. erano occhi grandi e dolci che mi guardavano quasi con aria di rassegnazione... forse sentiva che stava arrivando... nella notte se ne ando'

venerdì 19 marzo 2010

primavera



... dietro di me una primavera mai diventata estate...

it rains

sento che sta per piovere... forse il primo temporale dell'anno... nuvole nere, cielo pesante, ricordi, pensieri, ricordi... ad esempio il ricordo di un'amore, tanto tempo fa'...anche allora pioveva...

it rains
and for the very reason that it rains
i would like to be with you.
i wish you were here
listening to the drops
banging against the glasses
and to the world that outside
as fallen asleep for a "little bit".
we could cling one to the other
and would feel our warm
we would let running the hours
and the shower going on.
my little child i need you
as a father needs a son
as a brother needs a brother
and my love needs you to be o my own


piove
e proprio perche' piove
vorrei essere con te.
vorrei tu fossi qui
ad ascoltare le gocce
che battono contro i vetri
ed i rumori del mondo che fuori
si e' addormentato per un "piccolo mentre".
potremmo abbracciarci
e sentire il nostro calore,
lasceremmo trascorrere il tempo
e passare il temporale.
mio piccolo amore, ho bisogno di te
cosi' come un padre ha bisogno del suo bambino
e un fratello ha bisogno del fratello,
cosi' come il mio amore ha bisogno che tu sia mio.


Bounin

E' capitato... Mi sono svegliato di notte e in testa avevo dei volti di un tempo... Chi sa? Forse erano persone che avevo appena reincontrato nei sogni, che pure piu' non ricordavo...

Bounin era il figlio della tabaccaia. Gestiva con la mamma Paulina la tabaccheria del paese, che non era solo tabaccheria, ma anche drogheria e rivendita di alimentari e giornali. Pur essendo piccolissima, la bottega era ben fornita e - per quei tempi - ci potevi trovare anche delle primizie e delle cose di qualita'... in barba alle norme ASL attuali che hanno appiattito tutto!
Ricordo ad esempio il buonissimo "djanboun"(di quelli di una volta, con il giusto strato di grasso intorno) che era una delle pochissime cose che mangiavo e che la nonna correva a comperarmi dall'amica Paulina.
... E ricordo appunto Bounin. Piccoletto, strabico, occhialoni da miope... Madre natura - insomma - non lo aveva aiutato molto. Non era sposato e mi sembra che suonasse il tamburo nella banda locale. Era buono, ma - forse proprio per ripicca nei confronti di chi era stato piu' fortunato di lui - andava facilmente su di giri... Lui che vendeva i fiammiferi, si accendeva facilmente se aveva la luna storta, se gli dicevi qualcosa di diverso o se non capiva...

Povero Bounin, morto prima di invecchiare... e oltretutto il giorno prima della festa del paese, quando la gente non poteva fermarsi per piangere o pensare!

Venite, venite a parlarmi! Vi aspetto, Gente del mio passato!

lunedì 15 marzo 2010

Bella

Come eri bella
con quel sorriso semplice e sincero
e nei tuoi occhi
il sole di un giorno felice di festa.
Guardavi al mondo
come ad un giardino in primavera
ed eri un fiore di quel giardino,
il fiore piu' bello.
Biondi i tuoi capelli
e gli occhi azzurri come l'acqua chiara,
fresco e dolce lo sguardo,
come un mattino del Nord.
Bastava poco per essere felice:
un ballo, un sogno, una speranza...
Ma poi la vita scorre,
cosi' come le nuvole
e cambian le stagioni.
Sei sempre bella quando sorridi,
ma non sorridi mai...
Ti prego fallo ancora
- che Dio mi aiuti a dartene il motivo -
voglio vedere il sole nei tuoi occhi!

domenica 14 marzo 2010

la prima farfalla

sapessi come e' bello vedere il mio cane che si rotola nella neve... e di tanto in tanto il suo fermarsi e l'allungare il muso sulle zampe anteriori a guardarmi... e il suo sguardo fatto di quegli occhi dolci che sembrano chiedermi "ti piace quello che sto facendo per te?"...
sara' il sole, il cinguettio primaverile, il gracchiare del corvo, il martellio del picchio che arriva dal bosco, ma in questo durante senza pensieri dico "grazie Dio che mi fai vivere questo momento!"
... ecco la prima farfalla, una farfalla gialla come la speranza... passeggia, forse un po' disorientata e ancora sola, ma... su quelle ali volo un poco anch'io!

domenica 7 marzo 2010

il palo

la gente - quella poca che passa - si ferma a leggere. c'e' un nome nuovo sul palo! chi sa a chi e' toccato questa volta? spero che, quando sara' il mio turno, non mettano la foto come si usa fare adesso...
e intanto continua a nevicare (li pataras ad mars)... passa lo spazzaneve e rompe il rumore del silenzio...