domenica 21 marzo 2010

la piazza di un tempo

Salendo, a sinistra - subito prima dell'imbocco della piazza - c'era il negozio di Ricou. Era una panetteria. Il locale era piccolissimo, un triangolo di pochi metri quadrati. Subito sopra, qualche metro piu' avanti, dove gia'si allargava la piazza, sempre sullo stesso lato, dopo l'incrocio col vicolo che porta al Prussello Sotto, ecco la pompa di benzina e poi, rientrando leggermente, la tabaccheria di Bounin...
Poi un muro a strapiombo che dava su orti non piu' colvitati dove razzolavano galline; in uno di questi era cresciuto un alto ippocastano che d'estate ombreggiava piacevolmente quella parte di piazza e in autunno regalava i suoi frutti - quelle belle e lucide castagne d'India - che tanto sembravano a delle enormi biglie.
... Ed ecco la canonica, la casa del prete. Di fronte, sull'altro lato della piazza, la chiesa, l'alto campanile, la scalinata, subito prima fiancheggiati dalla strada per il Grand Hotel e il Pian del Tetto.
Proseguendo sul versante destro si incontrava l'altra panetteria, quella di Mariota (allora c'erano due forni, due panetterie... ora il pane viene importato... ah quel buon profumo di pane appena sfornato!).
Attaccato a Mariota il bar ristorante Maronero, che ancora esiste (anche se con un' altra gestione), con i suoi balconi di gerani fioriti in estate ed il sorriso di 'Norina (grande amica di mia madre) tutto l'anno.
Seguiva poi il "bazar" di Giari, un negozio dove ci trovavi in po' di tutto: ferramenta, scarpe, giocattoli, cianfrusaglie varie. Si trovava al piano terreno di quello che un tempo era stato uno dei primi hotel del paese, l'albergo Bruneri.
Dopo l'incrocio col vicolo Lombarda, la piazza si stringeva e terminava su quel lato - ancora nelle vecchie case poi rifatte negli anni 60 - con la latteria di Menica (ora rimpiazzata dallo sportello Unicredito - per alcuni anni aperto due giorni la settimana, ora definitivamente chiuso - dove e' sistemato un bancomat che non funziona quasi mai... ma pare che Unicredito non abbia nessun interesse a mantenere i rapporti con la gente del posto, in barba alle parole tanto in voga ma evidentemente prive di significato che suonano come "etica" e "banca del territorio" e che pure cosi spesso vengono pronunciate dai vertici della banca stessa), la macelleria di Mario (che ancora c'e', rifatta e gestita dal figlio) e con l'albergo Moderno.
Tornando sulla parte sinistra, invece - subito dopo la canonica - di nuovo un muro a strapiombo che dava sull'orto del prete, muro interrotto dalla fontana, che zampillava e ancora zampilla la sua acqua fresca in una piccola vasca che serve anche da abbeveratoio per le mandrie di passaggio nei periodi di transumanza (qui troneggiava anche un vecchio ed alto pino - anche adibito a palo per la "frasca'" di ferragosto - che ora non c'e' piu').
Il muro finiva e sboccava in una seconda piazzetta attigua dove c'erano (ed e'ancora cosi') la farmacia, il municipio e al piano superiore, lo studio e l'abitazione del medico.
... Ed ecco la scuola, anzi... Al pian terreno su un lato il telefono pubblico e la biblioteca, sull'altro l'ufficio postale (allora aperto tutti i giorni, ora solo tre giorni la settimana); al primo piano -appunto- la scuola (una grande stanza per la "pluriclasse") e l'abitazione della maestra, all'ultimo piano quella del messo e della bidella.
Dietro la scuola una casa dove al pian terreno, per alcuni anni in estate, apriva bottega un verduriere (Re)... Seguiva poi la villa dei Broglia/Bruneri e in fine l'albergo di Michel d'Moulot (oggi il piu' anziano del paese con i suoi quasi cento anni), l'albergo La Bessanese. Michele era (anzi e') un ottimo cuoco e pasticcere ed adibiva la sua prima vetrina ad esposizione della sua arte... Quante tentazioni! Quante volte la mia Nena e' venuta qui a comprarmi quelle buone bignole!!!
... Poi la discesa e la strada proseguiva dritta per il Villar, oppure il curvone sulla destra, dove la strada principale portava a Balme...

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