sabato 23 gennaio 2016

BOUNA SEIRA VIOIRE QUE L'CARLEVE' L'E' 'RIVA'

Un tempo  il carnevale era veramente periodo di allegria,,, mi raccontavano che i ragazzi "mascherati (en buatoun)" giravano di porta in porta, per farsi aprire e offrire qualcosa dai padroni di casa. Quasi sempre veniva loro aperto e come minimo il premio era un buon bicchiere di vino e qualche caramella. Non bussavano, ma - una volta arrivati davanti all'uscio - intonavano un canto BOUNA SERIA VIOIRE QUE L'CARLEVE' L'E' 'RIVA' - E L'ERA TANTO DESIDERATO VIVA VIVA LA LIBERTA'..."
Non c'era la televisione e quello era il modo migliore e piu' allegro per passare la serata. A volte in cucina, vicino alla stufa accesa, a volte nella stalla, dove a soffiare e scaldare c'era anche il fiato del bestiame, parlavano, scherzavano, cantavano....
Poi - mi raccontava mia madre - arrivo' un nuovo medico condotto, il Dottor Loria, uno di quei classici medici di una volta, molto alla mano ed attivo anche nella vita del paese. Forse perche' aveva anche lui dei figli in giovane eta', organizzo' con la gioventu' locale il primo vero carnevale, che consisteva nella rappresentazione dei mesi e le stagioni, A mia madre tocco il mese di Maggio...



Questa tradizione fu poi dimenticata, fino a quando - nei miei anni verdi- venne rispolverata dal gruppo folkloristico del quale facevo parte. Il primo anno furono appunto rappresentati i mesi e le stagioni e a me tocco il freddo Dicembre; il secondo anno invece si decise di fare qualcosa di nuovo, ma nello stesso stile e si opto' per i mestieri....ed io fui nominato Vescovo! Me lo dicevano tutti che avevo la faccia da Prete.....

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