
eravamo quattro o cinque...tutte le mattine sveglia alla 5.45 e alle 6.15 appuntamento in piazza, dove il taxi ci aspettava per portarci a Ceres, alla stazione... qui si saliva sul trenino... all'inizio era un treno tipo far west, vecchie carrozze sgangherate, vetri traballanti, in inverno troppo calde se con il riscaldamento acceso, troppo fredde se con riscaldamento spento (piu' avanti sono arrivate le nuove littorine). a volte a Germagnano si doveva cambiare di carrozza, ma poi - stazione dopo stazione - si arrivava finalmente a Cirie'. il treno, all'inizio semivuoto, arrivava qui stracolmo di studenti rumorosi che scendevano e si dirigevano alle varie scuole.
alla partenza eravamo tutti intontiti ed assonnati, ma strada facendo ci si scioglieva sempre di piu'; chi ripassava la lezione, chi chiacchierava, chi scherzava... non sempre nelle gallerie veniva accesa la luce e quando si rimaneva al buio, tipico era lo scherzo della "risata sadica": Marina si esibiva in una sonora risata che lasciava di solito interdetti e a volte sconcertati tutti gli ignari presenti.
... e magari a volte si arrivava davanti al cancello e qui c'era il picchetto... sciopero! come li mandavo al diavolo! io che mi ero fatto la levataccia e 40 km per niente!... mettevo le pive nel sacco e facevo dietro-front... ma non c'erano subito altri mezzi per fare la strada verso casa e allora imparai a fare l'autostop... e quello fu comunque un metodo per cercare di socializzare, io che ero un orso muto e timido... mi dicevo "non e' educato stare in silenzio" e allora mi imposi di parlare, di dire qualcosa, anche solo fosse sul tempo...
... ah che belli gli anni della scuola...anni duri, difficili, si'... ma belli... e comunque con tanta speranza davanti!
verso l'una finivano le lezioni. di nuovo treno, taxi e a casa intorno alle 14.30... e poi bisognava studiare...
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